italy, Calabria - Riviera dei Cedri
La posizione geografica, i suoi circa otto km di spiaggia dalle variegate combinazioni di sabbia e di colore, nonché il mare cristallino ed i fondali sempre diversi ne fanno una delle mete turistiche della Calabria. Diamante possiede una delle due uniche isole della Calabria, l'isola di Cirella, un piccolo isolotto dalla forma suggestiva e dalla flora selvaggia.
La visita ai ruderi di Cirella non può assolutamente mancare durante una vacanza nella Riviera dei Cedri. La passeggiata tra i ruderi sulla collina, da cui si scorge un magnifico panorama sul mare, é un po' pericolosa. Sono necessarie scarpe comode e molta attenzione, perché il sentiero é sconnesso.
Sono rilevanti i resti della torre e delle due chiese, delle quali una contenente tracce di affreschi.
Il peperoncino è il grande protagonista del Festival. Per cinque giornate Diamante diventa la “Mecca del peperoncino”. Tutti i devoti sudditi di Sua Maestà non possono mancare.
Con tale denominazione si identifica una stretta fascia costiera della "Calabria Tirrenica", relativa alla provincia di Cosenza, nell'Alto Tirreno Cosentino. Il limite nord della Riviera dei Cedri coincide con il confine Calabro Lucano, anche se, per le caratteristiche complessive, vi si potrebbe includere anche il Panoramica Piana del Lao da Cirellaterritorio della cittadina di Maratea, in Basilicata. Oggi si intende, generalmente ma non esclusivamente, con tale denominazione il territorio compreso tra il Comune di Tortora a nord e quello di Belvedere Marittimo a sud, per una lunghezza nord-sud, di circa 40 chilometri. I comuni compresi in questa fascia sono appena 13, oltre i due citati ci sono in ordine nord-sud: Tortora; Aieta; Praia a Mare; San Nicola Arcella; Scalea; Santa Domenica Talao; Orsomarso; Verbicaro; Santa Maria del Cedro; Grisolia; Maierà; Diamante; Buonvicino.
Sea ut omnes euismod. Stet reque no cum. Ei vim omnesque Essendo un vecchio borgo marinaro, molta della cucina tipica è a base di pesce, come le 'alici chiini' (alici ripiene), la frittura di 'paranza' (misto di pesce di piccole dimensioni), la cernia alla diamantese (cotta al forno con aromi naturali: pomodoro, olive e capperi), le 'pitticelle' di rosamarina (deliziose frittelle a base di bianchetto); la rosamarina con il pepe (il cosiddetto caviale dei poveri) e le alici conservate sotto sale e peperoncino in recipienti di creta detti 'cugnitti'. Con il cedro si preparano un ottimo liquore, il cedro candito e i 'panicilli' (acini di uvetta aromatizzata avvolti nelle foglie di cedro e poi infornati).
Diamante è la città dei murales, "la città più dipinta d'Italia". In tutto il centro si contano oltre duecento dipinti. Si è incominciato nel 1981 nel borgo marinaro poi con "Muralespanso" è stato "contaminato" l'intero abitato. Per questo motivo Diamante viene anche definita "il paese dei nasi all'insù", una galleria a cielo aperto che obbliga visitatori e turisti ad ammirare le opere dipinte sui muri, guardando verso l'alto. L'idea dei "Murales" è dovuta al pittore Nani Razzetti, milanese, ma diamantese di adozione, il quale propose al sindaco del tempo, Ing. Evasio Pascale, il progetto di rivitalizzare il centro storico. L'Operazione Murales, portò a Diamante, dall'Italia e dall'Estero, ottantatre pittori, che nel mese di giugno iniziarono a dipingere i muri del centro storico, ormai diventati delle grandi tele, facendo rinascere nella gente che vi abita il gusto della conservazione del proprio passato, per un'idea viva, che proietti nel futuro. Molto suggestivo risulterà, al suo compimento, il Murales a mosaico, dei coniugi Michele ed Angiolina Sposito di Ferrara, sito in via Alfieri, sulla parete esterna della Chiesa Madre, che racconta l'antica storia della Calabria dal ritrovamento del graffito del "Toro di Papasidero" fino all'odierna civiltà di contadini e pescatori. Nell'ottobre del 1999 gli artisti hanno realizzato un successivo pezzo da aggiungere al mosaico originario, raffigurante l'immagine dell'Immacolata. Dal 1986 al 1997 altri murales si sono aggiunti agli ottantacinque precedenti, tra cui il Trittico di Marcon, realizzato a Cirella, in località Tredoliche, risvegliando così l'antico borgo.
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